mercoledì 28 gennaio 2015

‘O MURZILLO




In cerca di suggerimenti su dove gustare cucina partenopea? O un buon panino? O magari una pizza fuori dai canoni tradizionali? E perché non tutte e tre?!? E se aggiungessimo anche: a prezzi scaccia-crisi?
C’è un nome che racchiude tutto questo: ‘O Murzillo.
Lo storico locale di Fuorigrotta della famiglia Tinganelli, in origine piuttosto piccolo (da cui il nome), nel corso del tempo ha ampliato dimensioni e offerta, presentandosi oggi come fast food, paninoteca, focacceria, rosticceria, tavola calda e finanche pizzeria non convenzionale (leggasi: con forno elettrico).
Niente fronzoli, qui si mira alla concretezza.
La cucina è casareccia, autentica, basata sui sapori veraci. Friarielli, peperoni, melanzane, scarole sono immancabili, a seconda della stagione.
Il versante paninoteca è altrettanto solido. Ingredienti freschi, pane di produzione propria, frittura mista home made. Gli "scugnizzi" fritti sono proposti sia in versione salata che dolce.

Panino con hamburger
Frittura mista: mozzarella, ricotta, arancini, crocchette, zeppoline
Montanarina
Scugnizzi
Scugnizzi

I best seller della casa sono i fagottini, morbidi involucri di pasta lievitata generosamente farciti.

Fagottino
Fagottino con salsicce e friarielli

Pasquale Tinganelli padroneggia da anni gli impasti a lunga lievitazione, al punto da volersi spingere a proporre anche pizze tonde e fagotti pur in assenza di forno a legna. E qui, già ci sembra di udire il brusio dei critici sputasentenze o dei talebani della tradizione… Lo sappiamo, non si tratta di pizza napoletana secondo disciplinare. È una “pizza all’italiana”, un dignitosissimo prodotto mangiato e apprezzato in tutto il mondo. Da provare senza necessariamente fare confronti. 

Pasquale Tinganelli
Fagotto
Margherita

Per un pranzo all’insegna della cucina classica, per un take away o per una serata easy: ‘O Murzillo è pieno di risorse.


‘O Murzillo
Via Lepanto, 108 – Napoli
tel. 081/5937706

giovedì 22 gennaio 2015

NEL NOME DEL PANE: 16 LIBBRE E CAPATOAST



Stavolta segnaliamo due nuove idee imprenditoriali campane accomunate “nel nome del pane”, che per molti versi sembrano orientate verso dei concept di stampo europeo o d’oltreoceano.
Sulla prima ci eravamo soffermati brevemente qui, ma molte cose sono cambiate da allora, in primis la location. Infatti, dopo 4 anni di permanenza all’interno del Centro Commerciale Campania di Marcianise, a novembre 2014 16 Libbre si è spostato a Napoli, e precisamente a Via Imbriani, in quell’animata zona di Chiaia ad alto tasso di shopping e punti di ritrovo per giovani.


La mission è chiara: “Diamo peso al pane”. Il menu racconta lo spunto storico al quale è ispirato il nome del locale, ovvero l’Editto Reale del 1868 che stabilì definitivamente il costo e il peso standard del singolo pezzo di pane in Italia (20 centesimi per 16 libbre).
E quindi, il pane, vero principe della gastronomia, trova qui il suo luogo d’elezione come star assoluta: valorizzato nelle sue forme più semplici, farcito o inserito come ingrediente di piatti; venduto al banco panetteria in tante varianti, protagonista di proposte da mangiucchiare e finanche inserito nella versione di crostino in una squisita pasta e patate.

16 Libbre, il banco panetteria
16 Libbre, il banco panetteria

La struttura è composta dalla bakery, dove acquistare focacce e pane di ogni genere (alle olive, al sesamo, ai cereali…) ma anche quiche e boxty (specialità irlandese, una sorta di frittelle di patate), da portare via o da consumare in loco, e dall’area ristorante che offre sia cucina tradizionale che vari tipi di pagnotte imbottite, per la gioia dei paninomani a oltranza. 
Un viaggio virtuale attraverso il globo grazie a baguette, sandwich, bagel, brezel e panini morbidi al latte, da accompagnare magari con chips fresche condite con lime e pepe e da abbinare con una birra artigianale alla spina o in bottiglia, italiana o estera.

Bi-baguette
Bagel with lox (bagel con salmone affumicato)
PanBretzel
Chips lime e pepe

Al tavolo arrivano sempre anche degli assaggini assortiti di pane, imbustati in sacchetti di carta (come avviene per le patatine).

Assaggi di pane
 
Per finire, i barattolini della pasticceria-gelateria nolana Scaramurè: dolcezze fredde tutte a base di latte Nobile dell’Appennino Campano, dai tiramisù ai tortini, fino ai sorbetti e ai gelatini in tanti gusti.

Cassata Nobile Scaramurè
Tiramisù al limone Scaramurè

Sulla collina del Vomero invece ha aperto, sempre nel novembre scorso, Capatoast, la prima toasteria take away in Italia.

Capatoast
 
Un piccolo locale solo per l’asporto che propone circa 30 varianti di toast preparati al momento con diversi tipi di pane non industriale, prodotto ogni giorno. Fette molto grandi e farciture di qualità: crudo di Parma, cotto di Praga, latticini dei Monti Lattari, pomodori di Sorrento. Disponibili anche ricette “light” o dolci con confetture e creme spalmabili di discreta fattura. Con un sovrapprezzo di 50 centesimi si può scegliere, al posto del pane bianco, pane integrale, alle noci o dolce.

Pane alle noci
 
Nonostante le dimensioni ridotte, il chiosco è confortevolmente dotato di wi fi e di prese caricabatterie gratuite per telefoni cellulari, a disposizione di chi attende.
Capatoast, “ostinatamente buono” (da capa tosta, testardaggine), sta per raddoppiare a breve con una nuova sede a Napoli centro.
16 Libbre e Capatoast: due esempi di creatività nostrana che strizzano l’occhio ai format tematici internazionali. Good luck!


16 Libbre
Via Vittorio Imbriani, 10 – Napoli
tel. 081/415168

Capatoast
Via Bernini, 64/b – Napoli
tel. 081/6583009

venerdì 16 gennaio 2015

L’ALTA CUCINA INCONTRA LA PIZZA COL POMODORINO: BRUNO BARBIERI E FRANCO PEPE



Un artigiano della pizza di comprovata fama e uno chef pluristellato uniti in un evento nel segno del pomodoro: giovedì 15 gennaio Franco Pepe ha ospitato nella sua pizzeria Pepe in Grani di Caiazzo Bruno Barbieri, grande interprete della cucina italiana nonché giudice del celebre talent show culinario MasterChef Italia.

Franco Pepe e Bruno Barbieri
 
Filo conduttore dell’incontro, le conserve di pomodoro di alta qualità Così Com’è, già protagoniste di alcune creazioni del maestro pizzaiolo caiatino, nonché rese popolari dagli spot aventi come testimonial Barbieri. Prodotta dall’azienda campana Finagricola, la gamma Così Com’è include le tre varietà datterino rosso, datterino giallo e pizzutello, dal gusto fresco e genuino in quanto lavorate a pochissime ore dalla raccolta e confezionate in vetro.

La linea Così Com'è
Bruno Barbieri, Maria Lucchesi (project manager Finagricola) e Franco Pepe
 
Per stringere un connubio tra il mondo della pizza e quello dell’alta cucina, Bruno Barbieri ha ideato due ricette utilizzando l’impasto di Franco Pepe, che hanno aperto e chiuso la cena: Cocotte di moscardini in salsa di pomodoro pizzutello accompagnata da crostini di pizza alla paprika, e Schiacciata con capesante e quenelle di melanzane, con elisir di datterino (rosso e giallo).

Bruno Barbieri
Cocotte di moscardini in salsa di pizzutello con crostini di pizza alla paprika
Schiacciata con capesante e quenelle di melanzane con elisir di datterino

Tre invece le proposte del padrone di casa, due delle quali varianti di pizze abitualmente in carta: Pizza Alletterata al datterino giallo, con crema di cipolle, tonnetto alletterato e sedano cotto nel ghiaccio; pizza fritta con tofu, baccalà e datterino rosso; Pizza Spagnola con datterino rosso, mozzarella, scamorza e salame chorizo.

Alletterata con datterino giallo, crema di cipolle, tonnetto alletterato e sedano cotto nel ghiaccio
 
Sfortuna ha voluto che la fotocamera mi si inceppasse nel bel mezzo della serata, rendendo il mio reportage incompleto!
Barbieri si è inteso a meraviglia con Pepe e l’intero staff, ed ha espresso grande apprezzamento per il lavoro del collega campano. 

Bruno Barbieri e Franco Pepe
Bruno Barbieri

Del resto, il disco di pasta leggerissimo e fragrante di Franco Pepe dal cornicione tendente verso l’infinito costituisce una base ideale per qualsivoglia condimento.
Neanche a farlo apposta, una delle mie pizze preferite di Pepe in Grani è Sfizio ai pomodori, con datterino giallo, San Marzano essiccato al sole con sale di Trapani e mozzarella di bufala dop!
Eventi come questo sono un'ulteriore conferma di quanto la nostra regione sia fucina di prodotti d’eccellenza.



Pepe in Grani
Vico S. Giovanni Battista, 3 – Caiazzo, Caserta
tel. 0823/862718

Finagricola
Viale Spagna,6 - Zona Industraiale – Battipaglia, Salerno
tel. 0828/614511

venerdì 9 gennaio 2015

ASSAGGI DI CINEMA ALLA RISCOSSA




La nostra ricerca di momenti enogastronomici in ogni genere di pellicola continua: quindici puntate già pubblicate, 182 titoli fin qui raccontati nella rubrica Assaggi di Cinema, e tanto altro ancora da leggere e da gustare. Sotto con altri 14 film!

MACCHERONI

Questa commedia interpretata da due attori straordinari come Jack Lemmon e Marcello Mastroianni ritrae una Napoli vera e non patinata. E così anche il cibo che viene presentato: dai babà “supertridimensionali” con panna consumati all’interno della Galleria Umberto I, ai taralli caldi acquistati in un chiosco di Mergellina, fino ai maccheroni al sugo preparati per la veglia finale. Assaggi che conquistano l’americano - tornato nella città di Partenope dopo quarant’anni - insieme alla genuinità e alla poesia che contraddistinguono l’amico ritrovato e la città stessa.
Il cibo verace.


FA’ LA COSA GIUSTA

In una caldissima giornata d’estate a Brooklyn, si dipanano storie dentro e fuori dalla pizzeria dell’italoamericano Sal, frequentata prevalentemente da neri.
Ognuno combatte la calura come può: bevendo birra, rompendo un idrante, comprando granite.
Ma una volta calata la sera, scoppiano tensioni, e il dramma è in agguato.
Quando il cibo, ahinoi, non basta a contenere i contrasti.


LETTERE D’AMORE

Stanley e Iris lavorano entrambi in una fabbrica di dolci, lui come cuoco della mensa, lei come operaia. L’uomo perde il posto in quanto analfabeta e, dopo un periodo difficile costellato da una serie di lavori precari, chiede a Iris di insegnargli a leggere e scrivere. Da quel momento la loro relazione si fa man mano più intima, ma ciò che rappresenterà il punto di svolta definitivo personale e professionale sarà l’invenzione di Stanley: una macchina per fare dolci.
Dolci e svolte di vita.


INNAMORATI CRONICI
 
Per il razionale astronomo Sam, abituato a trovare spiegazioni per fenomeni apparentemente casuali, l’essere lasciato dalla fidanzata Linda è un evento da decifrare a qualsiasi costo. Si installa in uno stabile disabitato di fronte alla casa dove l’amata perduta vive con il nuovo compagno, il cuoco francese Anton (“uno sciame meteoritico di passaggio”), e ne spia movimenti e abitudini, come i romantici spuntini costituiti da piccione marinato in limone e vino bianco e poi caramellato con lo zucchero.
A Sam si unisce Maggie, la ex di Anton desiderosa di vendicarsi. Insieme, i due danno vita ad azioni punitive (riempire il ristorante di scarafaggi, nascondere fragole ammuffite nel cuscino del francese sapendo che è allergico) per togliere dignità ad Anton e separare la coppia.
Il piano dei due abbandonati funzionerà solo in parte, e darà origine a un nuovo appaiamento.
Cibo, pene d’amore e vendette.


UN TÈ CON MUSSOLINI 

Un tripudio di tazze, tè e biscotti allieta le giornate dei tanti inglesi stabilitisi a Firenze tra il 1935 e il 1940, anno in cui Mussolini dichiara guerra all’Inghilterra e alla Francia e tutto cambia per loro, perché gli stranieri diventano nemici.
La generosità della ricca americana Elsa sostiene un gruppo di arzille signore inglesi (soprannominate “Gli Scorpioni”) che vengono confinate a San Gimignano, e che riusciranno a restare indenni per tutta la durata del conflitto mondiale.
Il titolo fa riferimento a un episodio del 1935 mostrato nel film, ovvero l’incontro (comprendente la consumazione del tè) tra Mussolini e la vedova di un ambasciatore britannico, immortalato da una foto che la lady custodisce come una reliquia.
British Tea in Italy.


TUTTO PUÒ SUCCEDERE 

Non proprio un food movie, ma ci sono alcune circostanze legate al cibo. Harry e Marin si conoscono a un’asta di Château Margaux; in vacanza negli Hamptons, fanno la spesa insieme alla di lei madre Erica e alla zia Zoe, preparano la cena con gli ingredienti acquistati e la consumano tutti e quattro (da notare che mangiano gli spaghetti arrotolandoli sul cucchiaio…); Harry e Erica spiluccano uova al lume di candela direttamente dalla padella dopo essere stati insieme, e infine lui la raggiunge a Parigi nella sua brasserie preferita, Le Grand Colbert, per dichiararsi.
Momenti di cibo.


THE AVIATOR

Eccentricità, manie e ossessioni di Howard Huges, l’uomo “che vedeva cose invisibili agli altri”, in eterna lotta contro gli acari. Nel suo personalissimo schema delle cose, ordinava sempre e solo latte in bottiglia chiusa e con sigillo intatto, filetto ai ferri con esattamente 12 piselli e succo d’arancia spremuto davanti ai suoi occhi. Attenzione: guai a mettere le mani nel suo piatto!!!
Il cibo come ricettacolo di germi.


LA MAGA DELLE SPEZIE  

Pellicola tratta dal romanzo omonimo, dal quale si discosta parecchio, e che si fa ricordare principalmente per la bellezza della protagonista.
Tilo (“sesamo”), fanciulla nata in India con il dono di predire il futuro, viene inviata a San Francisco dalla sua madre spirituale per gestire lo Spice Bazaar. È infatti una maga delle spezie, esperta dei loro magici poteri, che - purtroppo - non possono essere utilizzati per se stessa.
Ma l’amore è in agguato…
Spezie tra miti, magie e tradizioni.


IL DIAVOLO VESTE PRADA

Nella stylosissima redazione del fashion magazine Runway tutti i dipendenti devono essere attentissimi a ciò che indossano e a ciò che mangiano: guerra aperta ai carboidrati! Così la neo-assunta Andy, abituata ai panini al formaggio preparati di notte dal fidanzato cuoco, dovrà imparare a desistere dallo scegliere la zuppa di mais alla mensa.
Il cibo come nemico!


NON PENSARCI
 
In una fase di demoralizzazione, il musicista Stefano Nardini torna a Rimini nella sua casa natale sperando di trarre conforto dai congiunti. Si troverà invece a far fronte alla crisi dell’azienda di famiglia (che produce ciliegie sotto spirito e sciroppi di frutta), a sviste clamorose e a rivelazioni sferzanti, arrivando anche a pensare: “Non stavamo meglio quando ci dicevamo le bugie?”.
Nonostante l’unione ritrovata, ognuno deve andare per la propria strada.
Cibo e sostegno familiare.


ALLA RICERCA DI JANE 

La romantica Jane, americana invaghita dei libri di Jane Austen, non esita a dare fondo ai risparmi di una vita per volare nel Regno Unito e vivere un’esperienza da sogno presso la residenza tematica Austenland.
La ricostruzione fedele dello stile di vita ottocentesco nella campagna inglese comprende anche tavole imbandite, tazze di porcellana finissima, dolcetti da tè e pranzi a base di patè di pavone, occhi di pecora e oca.
Dulcis in fundo, a un amore di finzione farà seguito uno reale e inatteso.
Il cibo aristocratico del diciannovesimo secolo.


IL GRANDE GATSBY

New York, 1922. Il ricchissimo Jay Gatsby è famoso per le sue feste nelle quali si naviga letteralmente tra sfarzo e fiumi di champagne. Anche il tè con la bella Daisy non è di certo low profile, bensì un coloratissimo rinfresco pieno di torte, pasticcini e macarons.
Ma alcol e cibo in quantità non bastano a salvare l’uomo “dall’immaginazione perfetta” e dall’incredibile propensione alla speranza.
Ennesima trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di Francis Scott Fitzgerald, ad opera di Baz Luhrmann.
Cibo, drammi e miraggi impossibili.


SAVING MR. BANKS

Cosa si cela dietro la realizzazione del film Mary Poppins? Una lunga, estenuante trattativa tra l’inglese Pamela Travers, autrice dei libri dedicati all’iconica tata, e il re dei sogni Walt Disney. Lei è scontrosa e puntigliosa, consuma quantità industriali di tè con latte e zucchero (“un balsamo per l’anima”), di verdure verdi e consommé, respinge con forza i tantissimi dolci che le vengono offerti durante la lettura del copione. Ha però sottovalutato la testardaggine del creatore di Mickey Mouse, che intravede nella scrittrice un animo ferito sotto la parvenza dura e il desiderio recondito di salvare il suo defunto padre.
Cibo e voglia di difesa dei propri cari.


BARBECUE

Un infarto stravolge il modo di vivere di Antoine, cinquantenne lionese che ha sempre prestato attenzione all’alimentazione e allo sport. Abbandona la dieta rigorosa, si concede qualche stravizio gettandosi sulle patatine fritte e arriva anche a rovinare il rapporto con i fedelissimi amici, salvo poi realizzare che gli affetti sono l’essenza della vita.
Il momento enogastronomico cult è l’utilizzo del pregiato vino Château Pétrus per preparare la sangria!
Cibo, valori e relazioni.




Locandine da web




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