giovedì 26 luglio 2012

ASTReat fOod


Grande festa di mezz’estate quella allestita ieri sera presso Cantine Astroni (che avevamo già visitato in questa occasione) con l’organizzazione dell’associazione Spiriti Liberi, composta da sei “enogastronauti in cerca di autore”, come loro stessi amano definirsi: Filomena D’Avino, Laura Gambacorta, Tommaso Luongo, Dario Meo, Fabio Oppo e Dora Sorrentino. Una serata dedicata a cibo, buon bere, arte, musica e degustazione di sigari, che ha fatto registrare un’eccezionale affluenza di ospiti.
Originale l’accoglienza: aperitivo in vigna con lo spumante Astro di Cantine Astroni e il sottofondo musicale del Friends jazz 4tet.


Gli ampi spazi dell’azienda vitivinicola hanno poi ospitato le numerose proposte gastronomiche, protagonista delle quali è stato il cibo di strada partenopeo in varie declinazioni, da quelle più classiche a quelle più innovative.
È stato possibile scegliere tra: i taralli, le freselle e le bruschette di Stefano Pagliuca dell’”Enopanetteria Sapori della Tradizione” di Melito di Napoli; i fritti di Luisa Cuozzo, la giovane chef (di cui si parla qui) in attesa dell’apertura del nuovo ristorante napoletano “Pallino” che ha proposto tre tipologie di palline fritte (mozzarella in carrozza; zucchine, menta e scamorza; melanzane, pomodoro, provola e basilico) e “cuoppi” di alici indorate e fritte; le pizze “a portafoglio” di Attilio Bachetti (Pizzeria “Da Attilio” di Napoli) e i piatti creativi degli chef Mirko Balzano (“Villa Assunta” di Mirabella Eclano: ‘O Per e ‘o Musso), Eduardo Estatico (“Ristorante C & D” di Portici: Panino di frittata di pasta con cremoso di tuorlo, provola, alici e pane), Francesco Fusco (“Locanda Il Moera” di Avella: La parmigiana di spiga), Michele Grande (“La Bifora” di Bacoli: Panini dAmare), Fabio Stefano Crispino e Francesco Armenio (“Uno Barrato” di Napoli: Cous Cous di verdure croccanti e pesce bandiera in carpione e Quinto quarto di vitello con taralli napoletani e cozze).

Il team di "Pallino"
Palline fritte
Alici indorate e fritte
Attilio Bachetti
Dario Meo
Tommaso Luongo e Attilio Bachetti
Panino di frittata di pasta di Eduardo Estatico
Cous cous con verdure presentato da "Uno Barrato"
La parmigiana di spiga di Francesco Fusco
 
La serata è stata allietata, oltre che dalla musica, da una performance di danza contemporanea della Compagnia Danza Flux.
Chiusura con i gelati alla frutta del “Gran Caffè Maione” di Villaricca (Napoli) e con le fette di anguria distribuite dai “mellonari per caso” Tommaso Luongo e Dario Meo, che per una sera hanno smesso i loro panni abituali di delegato AIS di Napoli e di direttore commerciale dell’azienda agricola casa Barone per vestire quelli di Spiriti Liberi, e collaborare anche alla realizzazione delle pizze, insieme ai loro compagni d’avventura!

Tommaso Luongo
 
L’Antica Distilleria Petrone ha proposto i suoi liquori, tra i quali il nuovissimo Myrth, liquore assolutamente naturale senza aggiunta di aromi e coloranti, ricavato dall’infusione di bacche di mirto dell’Ager Campanus.

Antica Distilleria Petrone

Ottimo esordio per la neoassociazione Spiriti Liberi; restiamo in attesa di conoscere le sue nuove iniziative!

Laura Gambacorta, Filomena D'Avino e Gerardo Vernazzaro di Cantine Astroni

mercoledì 18 luglio 2012

GINO SORBILLO: LA PASSIONE E IL LAVORO


Non capita certo tutti i giorni l’opportunità di trascorrere un pomeriggio a chiacchierare con una stella del mondo enogastronomico; quando si presenta l’occasione, bisogna coglierla al volo!
Ed eccomi quindi faccia a faccia con Gino Sorbillo, personaggio dalle molteplici sfaccettature: pizzaiolo, imprenditore, artigiano del gusto, sperimentatore, comunicatore mediatico, uomo impegnato nel sociale. E, prima di ogni altra cosa, persona di straordinaria gentilezza e disponibilità.
Solitamente, nel raccontare di qualcuno si segue un percorso cronologico del tipo "da dove proviene, cosa sta facendo e quali sono i suoi programmi per il futuro"; ebbene, nel caso di Gino Sorbillo l’unico punto fermo è il passato, la sua storia. Perché presente e futuro sono inscindibili l’uno dall’altro. È in continuo movimento; ha sempre qualche idea da portare avanti, nuovi progetti da realizzare, nuovi obiettivi da raggiungere.
Basti pensare che non gradisce neanche la costruzione di un menu definitivo, perché la sua fervida creatività lo porta a non volersi fossilizzare. Preferisce qualcosa di più flessibile, come pizze basate su prodotti stagionali, o anche dare la possibilità al cliente di affidarsi completamente all’estro del pizzaiolo.
Ho avuto la fortuna di beneficiare della sua inventiva, in un percorso degustativo di intensità crescente, dai sapori sorprendenti.
Gino ha voluto iniziare con una pizza dal gusto delicato, condita con fior di latte misto bufala, talli di zucchine, ricotta di pecora aggiunta a crudo, pepe nero macinato e olio extravergine d’oliva di Villa Santa Croce.


Successivamente è passato a una pizza con sgombro siciliano, radicchio e provola misto bufala.


Come terza creazione, un ripieno farcito internamente con mozzarella e salame napoletano, ed esternamente con ricotta nera (lavorata con olive nere di Gaeta).

 
Finale scoppiettante con una pizza che mi ha carinamente dedicato: ombra di pomodoro, fior di latte misto bufala, pancetta irpina e Bomba del Salento, senza olio aggiunto. 


Dopo la degustazione, Gino mi ha mostrato la sua creatura in stato nascente: la Casa della Pizza, una struttura pensata per accogliere eventi e incontri, da mettere a disposizione di chiunque voglia presentare progetti per valorizzare Napoli e il Centro storico in particolare. Ma anche un ulteriore tassello di storia familiare: questo luogo di accoglienza occupa, infatti, quella che fino a pochi anni fa era la casa dell’amatissima zia Esterina, la prima dei 21 fratelli Sorbillo (il papà di Gino, Salvatore, è il diciannovesimo), figli dei capostipiti Luigi e Caterina. Gino ha posizionato la sua scrivania proprio laddove un tempo c’era il letto della zia, una figura importantissima nella sua vita. Nella Casa della Pizza ci sarà un archivio storico sul mondo della pizza, e ovviamente non mancheranno un forno e una cucina, per sperimentare nuovi impasti ed elaborare nuove tecniche: Gino afferma che la pizza è sempre in crescita. 

 
Mi spiega quali sono i criteri che guidano la produzione delle pizze che sforna quotidianamente: impiego di lievito di birra in quantità ridottissime (1 grammo per ogni litro d'acqua); lievitazione lenta per garantire leggerezza al prodotto (e qui sta il richiamo alla tradizione); scelta accurata degli ingredienti, grazie a una rete di conoscenze personali con i produttori; utilizzo di massimo tre o quattro condimenti alla volta, per non contaminare troppo i sapori. Dell’impasto si occupa il fratello Antonio.
Nonostante Gino ami anche cucinare (tra l’altro, ha seguito i corsi di cucina presso il Don Alfonso 1890), preferisce dedicarsi esclusivamente alla pizza. Gli chiedo quali siano i suoi primi ricordi legati al cibo, e mi parla di cose semplici: il pomodoro, le pizze fritte con la ricotta che mangiava in pizzeria con la famiglia… Anche adesso i suoi gusti non sono elaborati, predilige piatti in cui gli ingredienti siano ben identificabili; ama i formaggi, il riso, e anche i dolci (in particolare la millefoglie), sebbene cerchi di non eccedere.
Ha ottimi rapporti con i colleghi pizzaioli, anzi, è spesso promotore di iniziative collettive per salvaguardare quanto più possibile la vera pizza napoletana nel mondo.
Il motore propulsivo di quest’uomo sono i sentimenti: l’amore per il suo lavoro, per la sua città, per la sua famiglia.
Come ultima curiosità, gli domando quale sia la sua più grande soddisfazione professionale. Risponde senza esitare: “Ricevere gli apprezzamenti degli anziani. Con tutta la loro esperienza, se mi fanno un complimento significa che la pizza è davvero piaciuta! Hanno pochi soldi da spendere, e sono felice che ne possano trarre un po’ di contentezza”.
Questo è Gino Sorbillo.



domenica 15 luglio 2012

31 SALVA TUTTI


Un pomeriggio divertente quello di venerdì 13 luglio, che ha visto l’incontro tra un istrionico maestro pizzaiolo ben noto alle cronache e una scrittrice giovane e ironica: Gino Sorbillo ha ospitato nella sua pizzeria in via dei Tribunali a Napoli Daniela Fusco per la presentazione del suo e-book 31 Salva Tutti. Insieme all’organizzatrice Anna Ruggiero, i due hanno dialogato sulla ricerca del partner perfetto, esortando anche il pubblico a raccontare le proprie storie.

Daniela Fusco, Gino Sorbillo e Anna Ruggiero

L’artista di fruit carving Domenico Lucignano ha contribuito con una sua creazione, un’anguria artisticamente intagliata che riportava il nome del libro.

 
Dopo la presentazione, Gino e Daniela hanno dato vita a uno spassoso reportage fotografico posando su una 500 d’epoca - della società Andiamo Fuori Viaggi - dedicata alla promozione del libro.

Daniela Fusco e Gino Sorbillo

E dato che ero lì, non potevo non approfittare dell’occasione per gustare le pizze del grande Gino!


Pizzeria Gino Sorbillo
Via dei Tribunali, 32 – Napoli
tel. 081/446643

mercoledì 11 luglio 2012

UN FRITTO DIVINO


Nuovo appuntamento al Quartum Store, la struttura delle Cantine Di Criscio dedicata alle vendite e alle degustazioni che con la bella stagione ospita i suoi eventi all’aperto.
Martedì 10 luglio sono stati i fritti a regola d’arte della Pizzeria Salvo di San Giorgio a Cremano (di cui si parla qui) ad animare la serata Un fritto diVino. Tutto il meglio dello street food napoletano, realizzato con ingredienti di grande qualità. Ennesimo allestimento vincente messo a segno dalla giornalista Laura Gambacorta e dall’enogastronomo Giustino Catalano.
Prima dell’assalto ai “cuoppi” pieni di prelibate fritturine, uno stuzzichino di benvenuto per solleticare i nostri appetiti: lo Sformatino di frittatina di cipolle al profumo di sambuca su letto di valeriana, proposto dalla chef Viviana Marrocoli.
Dopodiché, via alla degustazione di zeppole, arancini, panzarotti, scagliuzzielli, frittatine di pasta, melanzane e zucchine pastellate. Salvatore Salvo, rappresentante della famiglia Salvo “Pizzaioli da tre generazioni”, ha raccontato il percorso compiuto insieme al fratello Francesco per portare avanti la tradizione familiare e per perfezionarla attraverso la scelta di accurati metodi di lavorazione e di ingredienti eccellenti. Ad esempio, le patate locali più idonee per i crocchè, il riso arborio vercellese per gli arancini, la polenta macinata a pietra per gli scagliuzzielli, i bucatini del pastificio “Gerardo di Nola” di Gragnano per le frittatine di pasta.
In abbinamento all’antipasto e ai fritti, l’enologo delle Cantine Di Criscio Alberto Cecere ha scelto il Vino Spumante Asprinio d’Aversa. Per le portate successive, il Riso venere all’insalata con verdurine di stagione e provoletta affumicata di Viviana Marrocoli e le montanare dei Salvo, Cecere ha scelto di accostare un Campania Rosato IGT 2011 dal gusto morbido e avvolgente.
Al momento della presentazione del dolce Frolla di albicocca e crema con il suo nettare di Pietro Parisi, chef del ristorante Era Ora di Palma Campania nonché ex allievo di Alain Ducasse, Giustino Catalano ha colto l’occasione per parlare della sostenibilità delle produzioni locali. In particolare, si è soffermato sul caso dell’albicocca vesuviana, sulla quale la grande distribuzione opera forti speculazioni sui prezzi; per tale motivo - in segno di protesta - un gruppo di produttori del Vesuvio ha preferito non svendere il proprio prodotto ai distributori, ed ha approfittato dell’evento per inviare un cesto di albicocche come omaggio per i partecipanti. Lo chef Parisi ha invece devoluto il proprio compenso per la serata a La Lucciola di Modena, una struttura di riabilitazione per ragazzi diversamente abili duramente colpita dal sisma dell’Emilia.
In chiusura dell’evento, Enzo D’Alessandro (Ristorante 'E Curti di Sant’Anastasia) e Giuseppe Acciaio (GMA Import Specialità) hanno presentato il cocktail più cool dell’estate: il Cobiki (crasi di cocktail e bikini), preparato con un quinto del famoso Nucillo 'E Curti e quattro quinti di chinotto bio, con aggiunta di ghiaccio e una fettina di limone. James Bond docet: il cocktail va agitato, non mescolato.
Ed ecco la fotocronaca della serata: 

Sformatino di frittatina di cipolle al profumo di sambuca su letto di valeriana
Salvatore Salvo
Cuoppo di frittura
La famiglia Di Criscio
Laura Gambacorta e Alberto Cecere
La chef Viviana Marrocoli
Riso venere all'insalata con verdurine di stagione e provoletta affumicata
Giustino Catalano, Laura Gambacorta e Salvatore Salvo
Montanara con pomodorini del piennolo di casa Barone e caciocavallo podolico
Montanara con pomodorini gialli di casa Barone e barilotto di bufala
Pizza fritta con ricotta, provola e cicoli
Lo chef Pietro Parisi
Frolla di albicocca e crema con il suo nettare
Albicocche vesuviane
Enzo D'Alessandro prepara il cocktail
Cobiki
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...