Vulcania, l’evento che riunisce
i vini bianchi da suoli vulcanici di diverse zone d’Italia, per la sua quinta
edizione è giunto per la prima volta a Napoli, provincia che comprende ben tre
importanti aree vinicole vulcaniche: Campi Flegrei, Ischia e Vesuvio.
Venerdì 23 novembre i saloni della Camera di Commercio di Napoli hanno
ospitato il convegno - moderato dal giornalista enogastronomico Antonio
Paolini - che ha visto la presenza di eminenti relatori.
Maurizio Maddaloni |
Dopo i saluti del presidente della Cciaa Maurizio Maddaloni, del
presidente di Agripromos Pasquale Russo e del presidente del Consorzio
di tutela dei vini dei Campi Flegrei Michele Farro, che hanno
sottolineato l’esigenza di puntare a produzioni di qualità per essere
competitivi sul mercato, il simposio è entrato nel vivo con un erudito
intervento del professor Attilio Scienza, ordinario di
Viticoltura presso l’Università di Milano, avente come tema “Il potere del
Mito. Simboli e vini di Vulcania”. Una scelta dettata dalla motivazione che nei
terreni vulcanici il mito persiste più che in altri luoghi. Il professore ha
analizzato l’elemento “Vulcano” attraverso la storia e ha proposto una chiave
interpretativa dei territori vulcanici secondo gli archetipi di Jung.
Grazie al professor Fabio Terribile, ordinario di Pedologia presso la Facoltà di Agraria
dell’Università degli studi di Napoli, i presenti hanno potuto toccare con mano
alcuni campioni di diversi suoli vulcanici di tutta Italia.
Fabio Terribile |
Antonella Monaco, ampelografa del centro MUSA
dell’Università di Napoli, ha illustrato le più comuni varietà di viti in
Campania, dalla Falanghina al Piedirosso, ed ha rivelato come la zona flegrea
sia stata impoverita dalla ricchezza dei suoi vigneti a causa di scelte che
hanno favorito la frutticoltura.
Michele Farro e Daniela Nugnes |
Successivamente al contributo del consigliere regionale della Campania con
delega all’agricoltura Daniela Nugnes, si è passati alla fase tecnica,
con la degustazione di vini di origine vulcanica curata dall’Associazione
Italiana Sommelier di Napoli.
Sei vini campani – degustati in forma anonima – provenienti dalle tre aree
vulcaniche della regione sono stati descritti dagli enologi di rispettiva
provenienza territoriale: Gerardo Vernazzaro per i Campi Flegrei, Andrea D’Ambra
per l’Isola d’Ischia e Sergio Romano per il Vesuvio.
Antonio Paolini e Gerardo Vernazzaro |
Falanghina, Biancolella e Coda di Volpe le tipologie in assaggio.
Vernazzaro ha individuato nella salinità l’elemento comune alle diverse
coltivazioni dei Campi Flegrei, e ha esortato a “fare viticoltura eroica,
rubando terreno alla cementificazione”.
Il professor Scienza e l’enologo del Consorzio di Soave Giovanni Ponchia
hanno introdotto il progetto audiovisivo “I Vini del Vulcano” del regista Gianfranco
Pannone e poi coordinato la degustazione dei restanti sei vini vulcanici
italiani (presentati di volta in volta da produttori e
presidenti di consorzio): i veneti Lessini Duello, Gambellara, Moscato dei
Colli Euganei e Soave Classico, il toscano Bianco di Pitigliano e il siciliano
Etna bianco.
I vini delle aree vulcaniche devono le loro caratteristiche peculiari ai
terreni di provenienza: l’amaro, che è dato dal potassio, e la grande sapidità,
dovuta non al sodio ma a descrittori chimici.
Quasi tutti i dodici vini assaggiati nel corso dell’evento non sono
passati attraverso botti di legno, il che ha consentito di assaporare “i
vitigni stessi” senza sovrapposizioni.
Con Vulcania, la grande sinergia italiana che riunisce i prodotti di
origine vulcanica, si auspica una sempre maggiore conoscenza e ricerca verso
territori e ambienti vulcanici, mediante progetti di studio sistematici e
iniziative ricorrenti.
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