Succhi di frutta buoni, naturali,
sicuri, a scarso contenuto di zuccheri e basso impatto ambientale? Tutto questo
è stato reso possibile grazie al Progetto
Derfram, attività che rientra tra quelle sostenute dal Programma di
Sviluppo Rurale (PSR) della Regione Campania attraverso la misura 124.
Capofila del Progetto Derfram è
l’azienda GiòSole di Capua (Caserta)
che - unitamente ad altre quattro aziende agricole e a tre enti di ricerca
molisani e campani - ha messo a punto una produzione di derivati di frutta
coltivata con l’impiego di antagonisti naturali come il lievito rosa, capace di
inibire lo sviluppo di muffe e di detossificare la micotossina Patulina.
Ieri mattina i risultati della
ricerca sono stati presentati a Napoli, presso Città della Scienza, nell’ambito della
mostra Gnam dedicata all’educazione
alimentare.
In primo luogo si è svolto un consumer test rivolto agli alunni di una scuola
elementare napoletana. I bambini, attraverso un’analisi sensoriale guidata,
hanno individuato le differenze tra varie tipologie di succo di frutta (in base
al colore, alla consistenza della polpa, al sapore più o meno accentuato di
frutta fresca piuttosto che di frutta cotta) e hanno imparato quali sono gli
elementi da valutare per diventare consumatori più consapevoli (ad esempio,
saper leggere le etichette).
È di importanza fondamentale
istruire i piccoli al mangiare sano, così come educarne il gusto.
Dolcetti con confettura di frutta |
Successivamente c’è stata la
conferenza stampa, moderata dalla giornalista Rosaria Castaldo, alla quale hanno
preso parte Mariella Passari,
Dirigente Assessorato all’Agricoltura Regione Campania, Elena Sorrentino, Responsabile Scientifico Progetto Derfram, Alessandro Pasca di Magliano, titolare
della Masseria GiòSole, Italo Santangelo,
dirigente del SeSIRCA di Napoli.
Rosaria Castaldo |
Mariella Passari |
Elena Sorrentino |
Alessandro Pasca di Magliano, Rosaria Castaldo e Italo Santangelo |
Sono state evidenziate alcune
delle caratteristiche che contribuiscono ai succhi di frutta nati dal Progetto Derfram
di differenziarsi rispetto alle produzioni industriali: il sapore fresco dovuto
all’utilizzo esclusivo di frutta coltivata e trasformata all’interno
dell’azienda stessa, colta al giusto grado di maturazione (piuttosto che
acerba, come invece avviene in aziende con tempi e processi di trasformazione
più lunghi dovuti a spostamenti); la scarsa quantità di saccarosio aggiunta; la
sicurezza proveniente dal contenuto ridotto di micotossine e residui di
fitofarmaci ed inoltre, particolare non trascurabile, un basso impatto
ambientale grazie ad un uso attento di acqua e di fonti energetiche in azienda.
Al momento questi prodotti non
hanno ancora un nome commerciale, ma sicuramente torneremo presto a parlarne.
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